Non erano passati molti giorni.
Eppure, mi sembrava passata una vita, dall’ultima volta, che gli avevo scritto.
Da quell’ultimo, maledetto, “visualizzato senza risposta”.
Da quell’ultimo, mio tentativo invano, di averci un confronto.
Un confronto, con un briciolo di considerazione, che mai più, mi avrebbe concesso.
Quindi che senso avrebbe avuto?
Che senso avrebbe avuto scrivergli ancora, se poi non mi avrebbe risposto?
Eppure, nonostante tutto, nonostante la mia sconsolata consapevolezza, del suo considerarmi ormai, meno di niente, non riuscivo a placare quella maledetta voglia, di dirgli qualcosa.
Fosse anche solo un semplice saluto.
Una parola soltanto.
Qualcosa in grado di distruggere e sgretolare in mille pezzi, quel ghiaccio muro tra di noi.
Qualcosa che lo potesse riportare nella mia vita. Che ormai, non era altro che sofferenza, senza averlo accanto.
Senza nemmeno sentirlo virtualmente.
Sofferenza intrappolata in un cumulo di ricordi irraggiungibili.
Così, rimanevo con il dito immobile sul display. Sulla triste pagina della nostra conversazione, ormai spenta.
A combattere con me stessa, per riuscire a non digitare niente. Nemmeno una lettera.
Non sapevo, per quanto tempo, avrei resistito.
Perché, per quanto odiassi dargli l’ennesima conferma, di esserci sempre, come una vera cretina lí, in attesa di lui, ancora di più, odiavo, fare finta di niente.
Di stare bene.
Di fingere, che non ci fosse nulla tra noi e cancellare tutto.
Proprio come lui, aveva incurantemente fatto, cancellando me.
Così, con tanta facilità. Che di certo non avevo io, che mi sentivo morire dentro a tutto quel silenzio. Silenzio che mi logorava di giorno in giorno, sempre un po’ di più.
Ed io odiavo fingere. Odiavo fare qualcosa che andasse contro me stessa. Contro al grido furioso del mio cuore.
E anche se lo stavo facendo per proteggere il mio nome, anche se lo stavo facendo, soltanto per il mio bene, non mi sentivo io.
E non c’era cosa che odiavo di più, del non essere me stessa.
Quella stupida innamorata cretina che sbaglia sempre.
Ma comunque io.
