I giorni passavano ed io, continuavo a non ritrovarmi. Mi sentivo persa, smarrita, in una città, che conoscevo da sempre, ma che, da quel giorno, in cui il mio sogno era svanito, tra le macerie del mio cuore infranto, pareva, a me, sconosciuta.

Non mi sentivo appartenere più a niente. Nemmeno a me stessa.
Era una sensazione logorante, che non avevo mai provato prima e che non credevo, fosse nemmeno possibile, provare.

La mia mente, i miei grandi occhi pieni di luce, la mia voglia di vivere, erano rimasti la. In quel posto, che avevano visto nascere e morire, la mia sola ragione di vita.

Ciò che avevo sperato e aspettato da sempre. Quel qualcosa di così dannatamente bello e allo stesso tempo mortale, che per la prima volta in vita mia, mi aveva fatto sentire, viva.
E dico viva per davvero.

Perché vivere, significa baciare qualcuno e sentirne la voglia bruciare dentro.
Significa, non desiderare di essere da nessun’altra parte, se non lí, tra le braccia di chi ti salva con una carezza e ti spoglia l’anima, col solo potere di uno sguardo.

Vivere é sfamarsi, inalando il profumo di un corpo e assaporando il sapore di una bocca, in grado di riempire ogni tuo vuoto incolmabile.
Significa, sentirsi finalmente a casa, al sicuro. Dove nessuno, potrebbe mai, farci sentire, sbagliati.

Vivere, é conoscerci, dopo una vita vissuta, nell’inconsapevolezza, di noi.

E mentre tutto il mondo scorreva, dinnanzi al mio smarrimento, chiudevo gli occhi e rivivevo ogni singolo bacio, carezza, sguardo, che avevo vissuto, con tutta la mia disperata, voglia di amore.

E solo lí, tra i ricordi di un inizio destinato a finire, tra i dolci attimi, di un inganno cruciale, potevo finalmente ritrovare me stessa.

Mi guardavo stringerlo tra le braccia, baciarlo con una voglia mai avuta prima, spogliarmi con naturalezza, intrecciare la mia mano alla sua e tra le lacrime, che scorrevano incessanti, lungo il mio viso sfiorito e consumato dal dolore, potevo di nuovo sentirmi viva.
