É cosí bella la felicità. Almeno quanto il dolore che ti lascia, quando se ne va.
Dura sempre così poco. Troppo poco.
Arriva prepotente come un uragano, veloce come un fulmine, meravigliosa come un fuoco d’artificio. E ti travolge. Così, in un istante. Senza che nemmeno te ne possa rendere conto.
Arriva. E con la stessa maestosità e arroganza, con cui riesce a percuotere la tua anima, se ne va, gettandoti nel vuoto più totale e incolmabile.

Ed è così, che ora mi sento. Soffocata da un dolore insopportabile, immersa in un buco nero privo di luce, sola. Terribilmente sola.
E non c’è cosa peggiore, di sentirsi come mi sento io, dopo averlo conosciuto e perso, nello stesso preciso istante.

Lo so, é vero. Può sembrare quasi folle, sotto un certo aspetto. Perché, in fondo, io ero consapevole, di quanto poco durasse sempre, per me, la felicità.
Soprattutto, dopo quello che avevo passato. Dopo l’immenso dolore e periodo grigio che avevo vissuto. Quelle sensazioni terribili di freddezza nel cuore, quell’apatia e chiusura a provare nuove emozioni, che non riuscivo piú, minimamente, a sentire.
Eppure, nonostante tutto, nonostante sapessi, che non dovevo concedermi di essere felice per non soffrire più, era troppo forte, quello che sentivo di provare.

E, per quanto fossi amaramente consapevole, che nel mio destino, la felicità, non era altro, che una breve e inafferrabile esplosione di stelle, sapevo perfettamente, che ne sarebbe valsa la pena.

Già. Sapevo che quel momento, che quel labile tratto di tempo, in cui mi sarei sentita dannatamente felice, non sarebbe stata, solamente felicità. Bensì, la sensazione più bella della mia vita.
Quella che non avrei più riavuto, se non in quell’istante. Se non con lui.

Lo vidi e il mondo si coloró, improvvisamente, di colori bellissimi, che non avevo mai visto prima.
I miei occhi luccicarono di una luce così sfavillante, che nemmeno la luna, avrebbe mai potuto avere.
Il mio cuore prese a battere così forte, che per un attimo, credetti persino, che potesse fuoriuscirmi dal petto. E in quel momento, sí, in quel preciso istante, mi sentii magicamente viva. Viva per davvero. Come non lo ero stata mai.

E credetemi, una sensazione così, non la si può cacciare via. Non è possibile, nemmeno volendo.
È vita. Vita allo stato puro. Incontrollabile, così immensa, da non poterne fare a meno. Così unica, da desiderarla, anche se solo per il tempo di un attimo.

Perché, ahimè, non proverò mai più, un’altra sensazione così, di amore, passione. Di vita. E la felicità che verrà, non sarà nulla più, che felicità.
Breve e stupida felicità. Nient’altro.
Ed io, dunque, scelsi di viverla. Io quell’attimo fugace di vita, in tutta la sua totalità, la lasciai scorrere per tutto il mio corpo. La lasciai entrare nelle ossa, fluire lungo le vene, attraversarmi il cuore, fino a raggiungerne l’anima. Con la triste, ma consapevole certezza, che presto sarebbe svanita in un cumulo di sogni infranti.

Ed ora, ora, tutto quello che ci sará dopo di lui, ammesso e concesso, che possa mai esserci, non sará che niente.
Perché niente potrà mai essere come lui, e niente potrebbe mai darmi tanto, con un solo sguardo, un solo bacio, un solo respiro.

Lui era stato il mio istante di vita. Quello che ti fa correre tanto, prima di poterlo assaporare sulle labbra. Che ti fa piangere per chi non merita, che ti fa credere di amare chi non ami, che ti fa sognare chi non vuoi, ma ti illudi di desiderare. Che ti fa capire che il vero amore esiste e che il tuo lungo e tormentato cammino di sbagli, é finalmente terminato, che hai raggiunto il tuo luogo. Il tuo solo ed unico destino.

Lui non é che il mio breve ed eterno ritrovarmi, dopo un interminabile e tortuoso cammino, in cerca del mio nome. Dopo tutta un’intera vita, in cerca di me.

Ed ora che mi sono ritrovata, ora che so chi sono, so che non mi potró mai più rispecchiare, se non nei suoi occhi lontani.
Nei suoi celesti e dolci occhi distanti, in cui vivrò. Per sempre.
