Dovevo smettere di pensare a lui.
Tanto, non avrei potuto cambiare nulla, né tanto meno, la sua anima nera.

Non potevo più, tornare indietro.
Fare ciò che non avevo fatto e che, sicuramente, farei ora, sapendo, di non poterlo più rivedere e nemmeno sentire.

Non potevo più riavere, quegli attimi vissuti sullo stesso letto, ad inalare il suo profumo e sfiorare la sua pelle.

Non potevo più sfamarmi, dalle sue labbra perfette e sentire le sue mani nelle mie intrecciarne le dita, in un unico incastro perfetto.

Non potevo più sognare.
Il mio sogno era volato via.
Come un sottile foglio di carta al vento.
Si era annullato, tra la speranza del mio cuore, che ora non riusciva più a battere.

Quindi, che senso aveva, pensarlo ancora?
Che senso aveva, ripercorrere nella mente, ogni singolo particolare di noi, se quel noi, non era altro che una menzogna, un’illusione, un torbido inganno, per ferirmi e distruggere la mia intera essenza?

Nient’altro, che il solo e unico senso, di vivere ancora, in un ricordo, che ormai, era tutto ciò, che ne rimaneva, di me.
