Giulia Mazzoni, la compositrice ci racconta il suo mondo

Giulia Mazzoni, la compositrice ci racconta il suo mondo

Davanti a un the caldo in un freddo pomeriggio di Febbraio abbiamo incontrato Giulia Mazzoni, compositrice e pianista toscana, classe ’89, ci ha raccontato della sua musica e del suo mondo.

Tra una domanda e l’altra ci siamo lasciati trasportare nella sua magia di tasti bianchi neri, ma anche di tanta arte di una ragazza con una sensibilità unica e una personalità forte.

Ti conosciamo come compositrice e pianista pop, oltre alla musica che ascolti quali sono le tue altre fonti di ispirazioni in ambito artistico?

“Vivo la musica come un artigiano che nel suo laboratorio fotografa la vita e la sviluppa. Io attraverso la musica e il mio pianoforte che é la mia camera oscura, racconto il mio mondo e i miei sentimenti più nascosti.

Nel mio lavoro di composizione e scrittura trovo anche l’amore verso altre forme di arte. Non provengo da una famiglia di musicisti ma di persone molto attaccate alla cultura.

Ho sempre vissuto in un ambiente che mi ha influenzato, ispirato e aiutato in questo processo di crescita personale e successivamente artistica. Mi hanno fornito gli strumenti per continuare ad appassionarmi  ad incuriosirmi verso forme artistiche diverse.

L’arte per me, ad esempio, é una grande fonte d’ispirazione e la mia musica spesso é nata dalla visione di mostre. Nel mio primo album “Giocando con i bottoni” avevo scritto “L’albero di Mondrian”, ispirandomi appunto all’artista e ad una sua opera che avevo apprezzato ad una mostra.

Anche nel mio ultimo album “Room 2401” ci sono tanti riferimenti a situazioni che mi sono accadute legate all’arte, come ad esempio nel brano “Ellis Island” dove io mi trovavo davvero là. Per me il vivere determinate esperienze culturali e artistiche risvegliano in me certe sensazioni che poi mi portano alla scrittura.

Per me é un’esigenza raccontarmi, é proprio come l’aria che respiro. Anche la fotografia mi ispira tanto, amo Salgado, amo il cinema moltissimo, uno dei miei registi preferiti é Tim Burton.

Poi ovviamente amo la musica. Dalla classica alla klezmer, musica ebraica. Tante cose che spesso non hanno un legame tra loro ma che alla fine tornano insieme come un grande puzzle e diventano un pezzo o un album.”

Quanto secondo te le varie forme di arte tra di loro si influenzano e quanto la musica vive attraverso di loro?

“Per un’artista é importantissimo avere gli occhi sempre aperti. Io sono una persona che non ricorda i sogni fatti di notte ma sogna sempre di giorno. Secondo me é fondamentale avere rapporti con le persone e avere gli occhi aperti sul mondo con lo sguardo sempre attento e curioso e in questo le diverse forme di arte possono aiutare.

Per una compositrice come me che fa musica strumentale, la visione di una fotografia o di un film attiva dei recettori dentro di me che mi permettono di approdare su un’isola nuova e sconosciuta anche a me.

Mi permettono di riflettere, di guardarmi dentro e di scoprire qualcosa che non conoscevo di me stessa. Come l’ultima mostra che ho visto a Firenze di Marina Abramović, lei attraverso le sue performance é riuscita a coniugare la sua visione e i suoi riferimenti artistici. Tutte le arti sono collegate tra loro e si influenzano.

La musica vive attraverso l’arte, c’é suono ovunque. John Cage é stato il primo a far capire che dietro al silenzio vive un mondo di immagini prima che di suoni. Tu magari dentro a un quadro ci senti un suono, io ne sento un altro. E’ un’esperienza personale che però genera un effetto comune.”

Recentemente sei stata in tournée in Cina e hai viaggiato molto, secondo te certi generi di musica e certi artisti sono più apprezzati all’estero? Come si potrebbe fare anche in Italia ad avvicinare più giovani a un certo tipo di musica di nicchia?

“Sono appena tornata da questo terzo tour in Cina e poi in Taiwan e devo dire che ho avuto un’accoglienza particolare e speciale.

Ho trovato ad aspettarmi un pubblico giovane, teatri pieni con ragazzi di 14-15 anni che normalmente é più difficile trovare, e lo dico con un po’ di dispiacere. Mi piacerebbe che questo mio genere musicale fosse percepito come pop.

Ci tengo a precisare che “pop” non é una parolaccia. E’ una musica moderna che cerca di parlare a generazioni anche più giovani interessate a un genere diverso.

In questo momento in Italia c’é un po di crisi per la discografia, si sta andando sempre più verso il digitale e questo cambia tanto anche nelle dinamiche dello sviluppo artistico del prodotto.

Cambia il modo di lavorare sui concerti, sul modo di proporre l’artista nei confronti del pubblico e a questo si abbina anche una crisi generale.

In Italia sono stata fortunata perché ho avuto un’ottima accoglienza. Sono molto ottimista come persona, anche se stiamo vivendo una crisi, questo non mi spaventa anzi, é una sfida per fare sempre meglio e ottenere gli stessi risultati che sto ottenendo all’estero.

Mi piacerebbe arrivare a sempre più ragazzi giovani. Vivo il pianoforte come uno strumento giovane non come un mostro nero che possa far paura.

E’ un’entità che puo’ essere percepita come un cantante a tutti gli effetti. Ha una voce di 88 tasti e ha un’estensione vocale incredibile.

Sono contenta perché grazie al mio ultimo album “Room 2401″ ho abbattuto molte barriere soprattutto culturali legate al mio genere e sono contenta. Devo ringraziare le persone che hanno lavorato con me e alla Sony Music che é sempre stata al mio fianco.”

Tu hai una personalità molto forte, che ti fa essere strong e femminile allo stesso tempo. Le donne in musica con un grande impatto estetico sono molte. Secondo te come si possono conciliare i due aspetti e come abbattere i pregiudizi?

“In generale credo che il pregiudizio lo creiamo noi stessi. Le battaglie si vincono con il valore delle persone e del tuo lavoro, che tu sia donna o uomo.

C’é ancora molto pregiudizio purtroppo nei confronti delle donne riguardo all’aspetto esteriore, ma un’ po’ sta cambiando questo atteggiamento.

Le donne si stanno facendo valere, anche se l’ambiente musicale é prevalentemente maschile. Dipende da come ci imponiamo con i nostri valori e con il nostro lavoro. Cerco di spingere tutte le ragazze che mi seguono a lavorare tanto, a essere determinate. Non fermarsi alla forma ma a quello che c’é dentro.

Queste difficoltà possono formarci, soprattutto dentro. L’estetica può essere uno svantaggio ma anche può essere utilizzata a vantaggio, anche se non come elemento principale. Come ti proponi, come ti vesti esprime cio’ che sei. L’importante é non essere costruiti ma essere sé stessi senza pensare a quello che penseranno gli altri di te.”

 

Dopo il tuo ultimo album, siamo in attesa di una tua nuova creazione. Quanto dovremo aspettare e cosa dovremo aspettarci?

“Sto lavorando a un nuovo disco, ancora non c’é una data di uscita ma dovrebbe uscire nel 2019, quindi sicuro ci ritroveremo quando uscirà (ride). Adesso sto scrivendo molta musica nuova, sarà un album ricco di sorprese, di sfumature nuove di me.

Cerchero’ di raccontare questo mondo che non é solo il mio ma é il mondo di tutte le persone che mi seguono e che mi ispirano ogni giorno, come la chiacchierata con te é un momento intenso che rivivrò.

Sicuramente ci sarai anche te dentro a questo album, ci saranno tutte le persone che mi toccano e mi cambiano. Ho tanti pezzi, non sarà un album troppo rivoluzionario. Ma tu lo sai, sono anche molto pazza e imprevedibile, cosa potrebbe venire fuori non si sa mai.

Sarà un album che manterrà la mia identità, ci sarà spazio anche però per qualche esperimento in cui mi diverto.”

Dalle parole di Giulia Mazzoni se vi siete incuriositi, il suo prossimo appuntamento é il 14 Febbraio 2019 a Prato in Piazza del Mercato Nuovo alle 10.00, dove aprirà il capodanno cinese più grande d’Italia.

Ringraziamo Giulia Mazzoni per la sua cortesia, la sua umiltà e la sua sensibilità. Una persona speciale.

Ci diamo appuntamento all’uscita del suo prossimo disco.

Intanto, buona musica!

Per saperne di più visitate il suo sito http://www.giuliamazzoni.com