Sinuosamente, il nostro ineguagliabile groviglio di trepidazioni e corpi, si trovò a un millimetro dal letto che pareva attendere impaziente la nostra ardente passione d’amore.

In modo del tutto naturale, mi sedetti sul giaciglio, mentre le nostre labbra e mani rimasero vogliose, affannosamente incollate tra loro. Unite e in perenne bisogno di aversi, di esplorarsi, di amarsi…
Senza smettere di baciarmi, mi fece adagiare completamente sdraiandomi sull’elegante coperta rossa che ricopriva il comodo materasso su cui mi trovavo.
Con il suo corpo perfetto e possente, si pose con grazia sopra al mio.
Continuando senza tregua a baciarmi con ardore, mi trascinó indietro e con sensuale destrezza, sollevò le mie gambe posizionandosele perfettamente attorno alla vita.

Prima ancora che io potessi rendermene conto, cominció a strusciarsi avanti e indietro su di me.
Oddio, sentivo la sua erezione premere vigorosa sulle mie zone più sensibili.
La sentivo forte e smaniosa generare in me sempre più eccitazione.
Non riuscivo più a contenere il mio ardore. Gemiti di godimento mi fluivano lascivi dalle labbra divorando ogni mia più casta forma di inibizione.

“Mi fai impazzire!” gli mormorai disperata ed innamorata, più volte, nella breve sosta di un bacio e un altro, tenendo stretto tra le mani il suo splendido viso colorito ed accaldato dal piacere.
E quanti “ti amo” ho soffocato tra i sospiri, per evitare divenissero parole che lo facessero fuggire.
Solo Dio sa la fatica che ho fatto a trattenere il mio profondo amore, mentre dentro, mi sentivo scoppiare d’emozione, tremare di bisogno vitale.

“Voglio che la mia prima volta sia con te” ho bisbigliato tra brividi e battiti veloci di cuore.
“Ah si?” mi domanda con gli occhi colmi di fervore, mentre continua a muoversi abile su di me.
“Sì, voglio che presto sia con te…” mormoro eccitata.
I nostri corpi rimangono cosí, intrecciati e perfettamente uniti tra loro, a donarsi reciproco piacere, ancora per non so quanto tempo. Tra fremiti e voglie inesaudite. Tra dolci sospiri e violenti sguardi d’ardore.

D’un tratto, si sposta da me, si alza.
Così mi siedo dinnanzi a lui.
I suoi occhi bruciano di passione. Mi guardano. La sua mano mi accarezza avida il viso, scende lussuriosa sul collo, poi sul petto.
Con un gesto delicato e seducente mi abbassa la spallina della corta maglietta nera in sciangallo che copre la mia pelle calda. Sinuosamente, la fa scendere lungo il mio corpo, abbassa il reggiseno a fascia e mi scopre il seno ammirandomi con passionale bramosia ed eccitazione.
“Sono tutta sudata dai…” esclamo in evidente imbarazzo.
“Non importa!” risponde lui sempre più affamato del mio corpo esposto ai suoi occhi di brace.
“Beh, se devi fare così allora tolgo tutto e faccio prima…sto morendo di caldo…” dico soddisfatta, guardandolo maliziosa, desiderarmi come un’invitante fetta di torta in vetrina.
Mi tolgo la maglia e la lancio sul letto, ecco che mi libero anche del reggiseno e mi lascio osservare nuda dai suoi occhi voraci.

Senza togliermi lo sguardo di dosso, lo vedo avvicinarsi verso di me.
Con dita di seta, mi sfiora il seno guardandolo come se fosse il più bello che avesse mai visto. Ed in quel momento, ho seriamente pensato che fosse davvero innamorato di me per guardare il mio seno così piccolo in quel modo ed eccitarsi osservandolo come se avesse di fronte una terza abbondante.
Si pone davanti a me e, inaspettatamente, con un gesto repentino, si abbassa i pantaloncini che indossava e sopportava evidentemente da troppo tempo.
La sua erezione appare di sorpresa allo stesso livello dei miei occhi che si sgranano di fronte al suo invitante spettacolo.
Con le dita, mi accarezza teneramente i capelli facendomi segno col capo del suo peccaminoso desiderio.
Ma io, tenendoglielo delicatamente stretto con una mano, gli alzo la maglietta e gli bacio ripetutamente la pancia.

“Non posso…” dico poi, visibilmente a disagio. “Non ora…facciamo stanotte…” continuo, guardandolo maliziosa nella speranza di prendere tempo.
“Perché non ora?” mi domanda allora lui accecato d’ardore.
“Beh, diciamo che le tue parole di prima non mi aiutano…” rispondo avvilita.
“Non l’hai mai fatto vero?” mi domanda abbozzando un lieve sorriso.
“No. Non l’ho mai fatto. Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto con te. L’unico con cui sono stata in un letto sei tu, escludendo quell’animale…” gli confesso sincera, a fil di voce.
“Il problema è che tu poi vai con un’altra. Vedi, io non pretendo di essere la tua fidanzata, ma vorrei quantomeno che tu avessi intimità solo con me, non solo per una volta. Non solo ora…” continuo.
Ma non so nemmeno quanto quel mio discorso cosí dannatamente sensato gli sia entrato nel cervello in quel momento.
Era talmente preso e infuocato, che non credo abbia ascoltato granché delle mie parole.
Così, mi alzo dal letto, mi giro di spalle e sfilandomi sensuale gli short bianchi che avevo indossato appositamente per attirare la sua attenzione ed essere sexy, gli sussurro: “già che ho tolto un pezzo, tolgo pure il resto…”.
Con la coda dell’occhio, vedo che mi osserva compiaciuto, così mi volto.

Ancora senza pantaloncini, sento potente la sua erezione scontrarsi con il mio perizoma fin troppo sottile da permettermi di provare di tutto.
Mi sentivo eccitata come non lo ero stata mai prima.

Percepivo dentro ogni singolo angolo della mia essenza, un turbinio di emozioni cosí intenso, da invadere tutti i miei sensi e bloccarmi il sangue nelle vene.
Dio che sensazione! nessuno potrebbe mai capire la fatica che ho fatto a non fargli di tutto…
A non leccargli ogni singolo pezzo di pelle che avvolge la perfezione del suo corpo scolpito, a non implorargli di possedermi in quell’istante ingordo e infame quanto lui.
A non supplicarlo di fare l’amore con me e non andarsene mai più.
Mi aggrappai al suo collo e lo baciai senza pudore.

“Ti mangio!” gli mormorai mordendogli delicatamente il collo.
“Come?” mi domandò in estasi.
“Di baci!” risposi.
Le nostre bocche ripresero cosí a divorarsi sempre più avidamente.
Le mie mani, perdendo ogni briciolo di pudore, afferrano i suoi glutei mentre le sue, si impossessano smaniose dei miei, palpandoli con fervore.

L’elettricità che si sprigionava tra noi, ogni qualvolta che ci trovavamo ad un passo l’uno dall’altra, era qualcosa di assolutamente ineguagliabile.
La bellezza che riuscivamo a creare attorno all’unione delle nostre pelli e dei nostri sguardi fusi dalla purezza magica di un unico e indissolubile riflesso, era in grado di sfuggire a qualunque cosa potesse ucciderli.

Ad ogni male altrui, ad ogni terribile dolore e spietato tormento del nostro povero animo inquieto.
Sapevamo arrivare l’uno nella profondità più ignota e inesplorata dell’altra.
E la cosa certa è che nessuno sarebbe mai riuscito a parte noi.
Lo sapevamo bene.
Solo che, mentre io ne ero pienamente cosciente e lo proclamavo con fierezza, lui lo nascondeva e negava a se stesso allontanandomi, per non udire l’inconfutabile richiamo del suo cuore implorare il mio nome.