In viaggio verso me stessa parte 2°

In viaggio verso me stessa parte 2°

Ancora un po’ assonnata, tolgo gli auricolari dalle orecchie, riordino le mie cose nella borsa e mi rivesto preparandomi a scendere.

Ero arrivata. Proprio così. Ero arrivata nella città del mio cuore.

In quel luogo dove la mia vita era diventata davvero vita e dove potevo sempre ritrovare me stessa.

L’unico luogo.

Aforismi Pinkidea
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Percorrendo il tragitto, che dalla stazione della metropolitana mi avrebbe condotta direttamente alla meraviglia di Piazza di Spagna, mi lasciai trasportare dal conforto della musica che gli artisti di strada suonavano divinamente e che inevitabilmente mi ricordava che ero davvero lí, a un passo da tutto. A un passo da me.

I raggi del sole illuminarono il mio viso. Le carrozze con i suoi maestosi cavalli fermi e un’immensa folla di persone intenta a fotografare ogni bellezza che la città eterna offriva, si fecero spazio nella mia vista.

Aforismi Pinkidea
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Eccoci qui Roma. Di nuovo io e te. Per sempre.

Presi gli occhiali da sole dalla borsa, mi guardai attorno facendo una panoramica completa di tutto ciò che mi circondava, sorrisi e mi avviai a raggiungere quella folla di turisti che mai mitigava.

Salii alcuni gradini di quella scalinata che tanto amavo, feci scatti come ogni turista faceva e fermai alcuni passanti per farmi scattare qualche foto che mi avrebbe immortalata proprio lí, dove lui non voleva fossi.

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Dove mi avrebbe tenuta lontana se avesse potuto.

Ma, per quanto potesse negarmi la sua infame presenza, non avrebbe mai potuto impedirmi di andare ovunque io volessi. Ed io volevo essere lí.

Nonostante tutto, nonostante lui. Nonostante non ci sarebbe stato nessun nostro ritorno.

Mi sedetti su un gradino e con indecisione e titubanza accesi la camera del cellulare rivolta verso il mio volto.

“Ciao! Baci virtuali!” Dissi, lanciando un bacio e mostrandomi al meglio che potessi.

Con il dito trovai il coraggio di premere invio e glielo inviai sul direct di instagram, il social che, ormai da un po’, fungeva da nostro tramite.

“Non gli stavo mica chiedendo ancora di vederci infondo!” Pensai, mentre cercavo invano un senso a quel mio stupido gesto.

Gli avevo soltanto fatto notare che c’ero. Tutto qui. Volevo semplicemente che rodesse nel vedermi a un passo dalla sua carne e non potermi avere per le sue vigliacche paure.

La parola “visualizzato” apparsa sotto al mio video, mi fece notare che lo aveva visto e ancora di più, che mi aveva letteralmente ignorata.

Come se non gli importante niente.

Come se quel fastidio che volevo fargli provare al cuore, non era altro che una mia effimera illusione.

Ma, per quanto potesse farmi male saperlo indifferente al mio essere così vicina a lui, nel suo stesso luogo, non riuscivo mai a crederci fino in fondo.

A convincere me stessa di questa mancanza d’amore. Ed era questo che mi fregava.

Era questo che non mi permetteva di andare oltre il suo nome.

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