Avevo ancora molto tempo prima di prendere la metro e raggiungere il ragazzo che dovevo conoscere. Cosí, ripresi a passeggiare e a godermi tutto il bello che Roma aveva da offrirmi.
“Che meraviglia essere qui!” Pensai.
Di nuovo in quella stupenda città che ormai mi rappresentava in ogni suo angolo nascosto.
Finalmente ero tornata laddove tutto mi sorrideva.

Dove la gente mi faceva sentire a casa e il tempo sembrava fermarsi sulla soave scia di tutti quei momenti indissolubili e speciali che avevano dato senso alla mia triste e solitaria vita.
Lo so. Ovunque io indirizzassi il mio sguardo, c’era lui. Soltanto lui.
C’erano le nostre mani con le dita intrecciate, le nostre labbra intente a mordersi avidamente con passionale ardore, i nostri occhi mangiarsi d’amore infinito e i nostri corpi aggrovigliarsi nell’incastro più perfetto che potesse esistere per noi.

Ovunque, c’era la nostra essenza che rendeva dolce ogni mio stanco respiro.
E nonostante io dovessi vedere un altro, nonostante io sapessi bene che non lo avrei incontrato, lo sentivo.
Molto più di quanto pensassi.
È strano a volte, come un’assenza possa essere così incombrante, così assordante, così presente.
Con il cellulare tra le mani e la mappa digitale in mio costante aiuto, mi ritrovai davanti al Pantheon.

Mi impegnai a fare vari scatti da postare sui social e con il sole negli occhi, mi avviai in quella pizzeria che tanto amavo.
Ordinai il mio pezzo di pizza sul vassoio di cartone e presa anche l’acqua, mi andai a sedere sul muretto che circondava il Tempio più famoso di Roma.
Quanto amavo mangiare così. Seduta di fronte al Pantheon, tra il calore della città. Con quella tranquillità che sapeva di felicità.
Ad ogni morso che davo, rivedevo quel giorno. In cui, seduta proprio come in quel momento, aspettavo che le ore passassero per poterlo finalmente rivedere.
Quella notte in cui mi ero sentita, per la prima volta, di appartenere a qualcuno.
In cui ancora potevo sognare.
Girai ancora un po’. Lanciai la monetina nella Fontana di Trevi e sorrisi da sola, come una scema, pensando a quel messaggio che mi scrisse quando, a luglio, gli dissi che mi stavo recando proprio lí.
😅 qualche desiderio da far esaudire?
Mi scrisse.
Ed io, gli avrei con tutta l’anima risposto, che era lui il mio unico e solo desiderio.
Averlo per sempre al mio fianco.
Ma, come ormai mi ero abituata a fare, soffocai in gola i miei grevi e maestosi sentimenti e mi limitai a dirgli uno squallido:
Eh si 😁
Come se fosse l’unica cosa che potessi dirgli. Come se non lo amassi più della mia stessa vita.
Tra pensieri e ricordi, giunse presto l’ora di andare.
Dunque, tornai nuovamente in Piazza di Spagna e mi decisi ad avviarmi verso la metro che mi avrebbe condotta lungo un nuovo cammino.

Da qualcuno che avrebbe potuto regalarmi qualcosa di bello.
Con cui avrei potuto provare ancora emozioni. E questa volta, qualcuno che non sarebbe fuggito via come aveva fatto colui che aveva rapito il mio cuore distruggendolo in mille pezzi ad ogni suo atroce addio.