Il brutto di sperare, sta proprio, nella speranza stessa.
E nella gioia che si prova, mentre si spera.

La fantasia che si sprigiona nella mente, ti fa fare voli infiniti, verso un mondo paradisiaco, in cui non arriverai mai.
Si vola sempre piú in alto, fino ad arrivare a un punto, in cui si cade giú.
In un vuoto, che non ha fine.

Ma senza speranza, non ci sarebbe vita e voglia di andare avanti, rischiando, la felicità, fino in fondo.

Il vero dolore, subentra, nel momento in cui, anche quella più piccola speranza, custodita, in fondo al nostro cuore, scompare, inondata da un mare di lacrime, inattese.

É per questo che a volte, avere il dubbio, l’attesa e la speranza, di un sogno bellissimo, è meglio, che affrontare la realtà e trovarsi, quindi, di fronte, a chi potrebbe rendercela effettiva o annientarcela per sempre, uccidendo con essa, anche noi.

Ed io ero, a pochi passi da quel cruciale destino, che avrebbe decretato la mia vincita, o triste sconfitta.
Ero a pochi passi dal vuoto o dalla gioia.
E non c’era cosa piú tormentosa, nel sentire, di avere ancora, poco tempo.

Poco tempo, per sognare la mia vita con lui, poco tempo per pensarlo come mio salvatore, poco tempo per potergli parlare, consapevole, della sua presenza, poco tempo, per sperare.

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