Riprendiamo un attimo il discorso della manutenzione delle pietre, iniziato in un precedente articolo.
So di essere noiosa, ma ribadisco una volta ancora, che stiamo parlando di pietre della famiglia dei quarzi.
Quindi: quarzo ialino, fumè, tormalinato, rutilato, bianco (denso, non trasparente), fantasma, ametista, ametrino, citrino, rosa, lodolite, prasio. Ossidiana, agata, calcedonio, avventurina, corniola, crisoprasio, occhio di tigre, di bue (o occhio di tigre rosso), di falco, di gatto, onice non calcareo, diaspro.
Diverso è il discorso per agata di fuoco legno pietrificato (agatizzato) e opale.
Il legno pietrificato, pur avendo avuto una genesi che lo ha portato a sostituire le pareti cellulari con materiale siliceo, è comunque un materiale meno stabile e più poroso degli altri tipi di appartenenti alla famiglia del quarzo. Inoltre, succede che il legno non viene sostituito da semplice silice, ma da opale.
E da qui, veniamo appunto a parlare di agata di fuoco e opale.
Per molto tempo, si è creduto che l’opale fosse un gel di silice idrato, del tutto amorfo. Oggi, sappiamo, invece, che nel gel sono presenti lunghe catene di cristobalite, un tipo di quarzo dalla cristallizzazione tanto microscopica da avere necessità di potenti microscopi (mi scuso per il bisticcio) per essere visualizzata.
Se questo rende l’opale più interessante dal punto di vista sia accademico che energetico, non lo esime dall’essere una pietra particolarmente delicata. La sua durezza è inferiore a quella degli altri quarzi, è più sensibile alla pressione, ai colpi, e agli sbalzi termici. È molto importante non metterla mai sotto il sole a picco, o vicino a fonti di calore. Il gel di silice, infatti, può dapprima perdere elasticità, manifestare infinitesime crepe nella sua struttura e perdere l’acqua strutturale che è parte integrante della pietra. In questo modo, l’opale, non solo diventa molto fragile, ma perde, alresí, completamente i suoi colori.
L’agata di fuoco, pur meno delicata, è in parte opalizzata, quindi vale lo stesso discorso.
Personalmente, tra l’altro, la trovo anche più affascinante dell’opale, che, di suo mi piace un bel po’.
Entrambe sono molto felici se lasciate per un periodo in acqua minerale leggera (con bassissimo residuo fisso). Alcuni cercatori tengono normalmente i loro opali in grandi barattoli pieni di acqua. Fatelo tranquillamente.
Attenzione!
Spesso viene spacciata per agata di fuoco, una pietra di nessun valore, una corniola di bassa qualità, che, scaldata, manifesta delle fratture interne abbastanza decorative. Non è agata di fuoco! Se vi piace usatela pure, ma sappiate che si tratta di altro.


Un altro metodo interessante per purificare voi stessi e allinearvi con le vostre pietre è la fumigazione:
Si può usare dell’incenso in grani, oppure dei pezzetti di incenso di Palo Santo, che comincia a trovarsi con maggior facilità, o con rametti essiccati di salvia e/o cedro. La conifera, non il frutto.
Come dicevamo, per quanto riguarda soprattutto opale e agata di fuoco, eviterei di passarle nel fumo denso dell’incenso olibano, il classico incenso da chiesa. Mi limiterei a lasciarle nella stanza in cui questo sia stato acceso per un po’. Può essere meglio il passaggio nel fumo della salvia, meno grasso e non troppo caldo anche a pochi centimetri dalla foglia.
Un ultimo metodo da prendere in considerazione, consiste nel passare sopra la pietra, un panno tipo da occhiali, non pelle di daino, quelli morbidi che non fanno pelucchi, molto morbidi, imbevuti con una soluzione di acqua e quintessenza di Serapis Bey di Aurasoma.
Nel caso di pietre che siano felici di essere messe a mollo, una o due gocce di Serapis Bey nell’acqua sono meravigliose, sarà come mandare i vostri sassolini alle terme.
Si tratta di un metodo un po’ costoso, ma va detto che il flaconcino dura parecchio e ne vale veramente la pena.