Quando ho conosciuto lui, ho conosciuto per la prima volta, anche, me stessa.
In lui, ci ho visto me.

E per la prima volta, ho potuto assaporare, la vita.
Si, mi sono sentita viva, libera di sorridere e respirare aria, a pieni polmoni. Felice.

Felice, di esistere, ed essere viva. Perché, finalmente, mi ero ritrovata.
Tra tanti volti che non mi appartenevano, avevo, davvero, riconosciuto, il mio.

E per quanto poco sia durato, quel delizioso istante di appartenenza, io non smetterò mai, di ringraziarlo, per avermelo donato.

Già. Mi aveva distrutta. Sotterrata e abbandonata, tra le macerie, dei miei stessi sogni.
Aveva ridotto il mio cuore, appena nato, in brandelli e nonostante tutto, non avrei mai potuto odiarlo.

Perché in lui, avevo visto me. E, finalmente, la mia anima, era tornata a casa, nel luogo, da cui era venuta e al quale, apparteneva da sempre.

Ed è per questo, che non era possibile dimenticarlo.
E a dire il vero nemmeno lo volevo. Perché, nel mio totale smarrimento, avevo, costantemente bisogno, di incontrarmi e non c’era altro modo, se non pensare a lui.

Ai suoi occhi, al suo viso, alla sua pelle, alle sue mani, alla sua vita mescolata alla mia, in quei ricordi, in cui il mio cuore, poteva ancora battere.

In quei ricordi, dove esistevo davvero io e vivevo, lontana dalla morte, che ora, accompagna ogni mio logarante giorno, privo di battiti e vita.
