Alla scoperta del “sistema nervoso enterico”
Quante volte avremo usato l’espressione “ragionare di pancia” quando prendiamo delle decisioni istintivamente, senza fermarci a ragionare col cervello ?
Beh, sappiate che, in realtà, questo modo di dire ha una sua ragione scientifica.
Una ragione chiamata “sistema nervoso enterico” (o SNE).
Conosciamo meglio il Sistema Nervoso Enterico
Il sistema nervoso si divide in sistema nervoso centrale e sistema nervoso periferico; quest’ultimo, a sua volta, è suddiviso in due “branche”: il sistema nervoso somatico e il sistema nervoso autonomo. Il primo trasmette i segnali ai muscoli scheletrici, e gran parte dei suoi stimoli sono volontari, mentre il secondo è responsabile di tutta una serie di reazioni involontarie.
Il sistema nervoso enterico costituisce, insieme al sistema nervoso simpatico e a quello parasimpatico, una delle tre branche del sistema nervoso autonomo e ha il compito principale di regolare le funzioni fondamentali dell’apparato digerente.
Il SNE è situato nelle pareti del tratto gastrointestinale, contiene circa 100 milioni di neuroni ed è costituito dal plesso mioenterico (PME), situato fra gli strati muscolari longitudinale e circolare, e dal plesso sottomucoso (PSM).
Il p.m.e. è deputato principalmente al controllo della motilità gastrointestinale , mentre il p.s.m. svolge un ruolo importante nell’omeostasi dei liquidi corporei; le due parti sono in stretta comunicazione tra loro.
Nonostante molto spesso venga considerato come una branca “a sé stante”, l’attività del SNE è fortemente regolata dalle altre due branche del SNA (simpatica e parasimpatica).
Pertanto, il legame tra ciò che avviene nel nostro intestino e quello che avviene nel nostro cervello, è molto forte.
Uno dei primi ad individuare questo “legame speciale” fu il neurobiologo americano Michael D. Gershon nel 1998.
Egli dimostrò come, nonostante i neuroni che lo compongono siano un decimo di quelli cerebrali, il SNE è un’ entità autonoma a tutti gli effetti.
Un’entità dotata di “memoria” . Quante volte, quando ci capita di sentirci stanchi, depressi, appesantiti abbiamo avvertito una “chiusura allo stomaco”? Oppure, al contrario, quando siamo felici, le cosiddette “farfalle nello stomaco ”? Ecco, quella è una reazione dell’intestino ad una serie di input interni, come possono essere, appunto, le emozioni.
Merito anche di un ormone chiave : la serotonina, meglio nota a tutti, come “l’ormone del buonumore”, coinvolta in numerose ed importanti funzioni biologiche (ciclo sonno-veglia, desiderio sessuale, senso di fame/sazietà, umore e peristalsi).
Non ci crederete, ma il 95% delle cellule ghiandolari che sintetizzano serotonina si trovano proprio a livello intestinale.
Inoltre gli scambi di “messaggi” tra i “due cervelli” sono il 90% del totale.
Questo “secondo cervello” è la sede delle decisioni viscerali, spontanee ed inconsapevoli e può essere considerato l’organo sensoriale più grande del corpo: sente la vita interna e lavora a livello inconscio.
E questo spiega quante patologie a carico dell’apparato gastrointestinale sono spesso associate ad alterazioni a livello dell’umore : caso emblematico, la sindrome del colon irritabile
Quante volte, alla televisione, con vari spot, si sottolinea l’importanza di curare l’intestino e la sua flora batterica? Beh, anche qui, c’è un fondamento.
L’intestino contiene, infatti, circa l‘80% delle cellule immunitarie dell’intero organismo.
NON SONO SOLO PAROLE, MA CI SONO ANCHE I FATTI, O MEGLIO GLI STUDI.
Studi condotti, in vivo, su delle cavie geneticamente modificate, ma anche in vitro, hanno evidenziato come esista un vero e proprio “asse pancia-testa”.