Naturalmente sarebbe una grande crescita riuscire a contemplare per così tanto tempo un cristallo senza aspettarsi di compiere chissà quali mirabili opere e, alla fine di quel periodo, scoprire di aver appreso molto più di quanto fosse nella nostra più audace fantasia!
Però non è necessario, dopotutto, essere così severi e mentre aspettiamo di diventare saggi possiamo sempre imparare ad usare le pietre in modi moderatamente costruttivi…
Dopo la respirazione, comunque, possiamo cercare di capire se al quarzo possa andar bene avere un nome da noi e sceglierne uno che possa piacergli/le. Infine, scriviamo l’esperienza su un quaderno, o facciamo un disegno, o scriviamo una poesia… qualcosa che fissi il nostro primo giorno di scuola, insomma.
Successivamente, ascoltiamo noi stessi e il mondo intorno a noi e vediamo se qualcosa nella nostra percezione o nello scorrere dei nostri pensieri è cambiato e come. Se poi ne siamo in grado, cerchiamo di portare l’attenzione sui sogni che faremo nella notte e di scriverli, così da poterli ricordare ed analizzare in seguito con calma.
Una cosa molto utile da imparare quando si incomincia un nuovo cammino, cristallino o meno, è avere la costanza di mettere un notes e una penna accanto al letto.
Quando ci si sveglia da una fase REM, anche se non se ne ha voglia e si pensa solo a voltarsi dall’altra parte e riprendere a dormire, facciamo uno sforzo: lucina, foglio e scriviamo subito, SUBITO, quello che ricordiamo o almeno delle parole chiave.
Molte persone con una buona vita onirica, ritengono di non aver bisogno di questo accorgimento, sostenendo di ricordare i sogni molto chiaramente. Beh, siate umili. Il linguaggio onirico è molto diverso da quello della dimensione di veglia e usa simboli e logiche del tutto diverse da quelle cui siamo abituati. Facciamo un beeel sogno interessante e, anni dopo, continuiamo a raccontarlo agli amici, convinti di ricordarlo nei minimi particolari.
Ma…
Se avessimo usato l’accorgimento di scriverlo caldo, caldo appena sfornato, tempo dopo, nel rileggerlo, lo scopriremmo diverso dai nostri ricordi. Se lo scriviamo il giorno dopo, potrebbe già essere cambiato, adattato dalla mente conscia, e non lo scopriremmo mai. Anche solo alcune parole, come dicevo, chiave, scritte di getto, sono utilissime per poi, al mattino, riagganciare il sogno originale nella mente.
Una cosa molto utile è avere una pietra dei sogni, ad aiutarci.
Vedremo che ci sono tipi di pietre ritenuti adatti allo sviluppo del sognare, ma, per il momento possiamo accontentarci del quarzo con cui abbiamo fatto l’esperienza dell’altro giorno. Non c’è granché da fare, solo metterlo accanto a noi, in un posto dove non rischi di essere buttato per terra o ci dia fastidio. Non consiglio di tenerlo al collo (potrebbe infilarvisi in un occhio o farvi male al collo), né sotto il cuscino, dove rischiate di trovarlo in fondo ai piedi, di piantarvelo in mezzo alla faccia o farlo cadere.
La prossima volta, vedremo con calma come, semmai, utilizzare una Pietra del Sogno.
L’immagine in evidenza è stata presa dal sito di un famoso collezionista di minerali, Anton Watzl Minerals.