Avevamo accennato, l’ultima volta, alle Pietre di Sogno, ora vediamo di esaminarne alcuni tipi e loro caratteristiche.
Nel campo dei quarzi, le pietre cui cerchiamo, per ora, di attenerci maggiormente, troviamo:
Diamante di Herkimer, o Quarzo Diamante. È importante sottolineare che, per quanto gli Herkimer siano i più famosi, non sono gli unici e non sono migliori di altri tipi di quarzo diamante. Anzi, i più preziosi, sotto ogni aspetto, sarebbero gli ormai introvabili quarzi del marmo di Carrara.
Si trovano piccoli quarzetti diamante anche di provenienza Pakistana, nati all’ombra del Karakoram e molto interessanti.
Tra altre pietre utili, troviamo il Quarzo Faden, o a nastro, a mio parere una delle varietà più affascinanti della famiglia.
Esiste, poi, una pietrina davvero particolare, cioè la Lodolite, “Pietra dello Sciamano”, o “Pietra del Sogno”.
Anche questa piuttosto rara, ma reperibile in un buon negozio di minerali o nelle fiere dei medesimi.
Per ora fermiamoci a queste e analizziamole da vicino.
- Quarzo Diamante: più è trasparente e brillante, più è (o dovrebbe) essere buono, valido e potente, vedete un po’ voi.
Ha generalmente un’elegante forma corta e biterminata, a volte con geminazione evidente di due cristalli che si intersecano, mantenendo una o più facce in comune. La sua caratteristica principale è l’abilità di amplificare ciò che si manifesti tra il mondo onirico, mnemonico, dimensionale, e il mondo della realtà ordinaria.
Per usare un termine molto visivo, è come se acchiappasse i sogni sulla soglia del mondo onirico, li rendesse più nitidi, ne ingigantisse l’immagine e poi li trascinasse da questa parte. Molti li tengono sotto il cuscino, io, ripeto, non amo questa abitudine che trovo anche possibile fonte di lividi sulla faccia.
Nel caso qualcuno abbia la testiera del letto con una mensola, mettere queste pietre in quella posizione è invece ottimo. Loro sono tranquilli, prendono luce e possono interagire con il campo energetico di chi è loro intorno. E’ senza dubbio più saggio creare una connessione univoca tra l’interessato e il cristallo.
Se non abbiamo parenti o fidanzati/e, mariti/mogli, fratelli/sorelle a guardarci preoccupati della nostra sanità mentale, possiamo, quindi, passare la pietrolina nel fumo dell’incenso o della salvia, lustrarla bene con un panno di cotone e poi fissare lo sguardo nelle sue profondità finché si ha una sensazione di caduta verso la pietra.
Può essere un senso di vertigine o capogiro, o la vera e propria sensazione di caderci dentro.
A questo punto, si chiudono gli occhi e si appoggia lentamente il cristallo sulla fronte. Spesso, succede una cosa particolare: la pietra, contro ogni logica e ogni legge di gravità, tende a rimanere attaccata come un post-it alla fronte dell’umano/a con cui opera. Non è detto che succeda, ma se succede è un ottimo segno che indica una forma di compenetrazione tra la specie umana e quella minerale-cristallina.
Si dovrebbe sentire un senso di benessere e di espansione, se siete sdraiati, potreste sentirvi come galleggiaste, come quando si fa “il morto” sul mare molto calmo. Ora, in questo stato di unione e irrealtà, si deve mentalmente, o anche sottovoce, ripetere tre volte il proprio obiettivo, ad esempio: “Voglio ricordare i sogni che farò chiaramente”, oppure: “Voglio fare sogni vividi e avventurosi”, “Voglio apprendere attraverso i sogni” e così via. Questi sono, ovviamente, degli esempi.
È inutile dire che, prima di addormentarsi, è d’uopo togliere la pietra dalla fronte e appoggiarla su comodino o mensola, naturalmente.
Attendiamo domande e vi diamo appuntamento alla prossima puntata.