STORIE IN ROSA: Paola Turci, l'incidente che le ha cambiato la vita

STORIE IN ROSA: Paola Turci, l'incidente che le ha cambiato la vita

Paola Turci, nasce a Roma il 12 settembre 1964.
Il suo esordio musicale risale al 1986 con il brano “L’uomo di ieri” presentato al Festival di Sanremo. Salirà sul palco dell’Ariston anche nel 1987, nel 1988 e infine nel 1989 anno in cui conquisterà la prima posizione nella categoria “emergenti” con il brano “Bambini”.
Negli anni a successivi, seguiranno altre partecipazioni al Festival che le permetteranno di raggiungere la notorietà.
Sarà il 1993, però, a cambiare la sua vita per sempre: la mattina del 15 agosto, mentre percorreva la Salerno-Reggio Calabria, all’altezza di Torano, Paola sarà vittima di un incidente stradale che muterà per sempre la sua vita e il suo volto.

Stavo andando dalla Sicilia alla Campania perché dovevo fare un concerto, guidavo io. L’unica volta in trent’anni di carriera che ho guidato la macchina andando a un concerto. Il tour manager era molto stanco, quindi mi sono messa al volante. Non ero molto inquadrata, allora. Ero in un momento molto infelice della mia vita, ma mi sentivo onnipotente, invincibile.

Una distrazione alla guida causerà un impatto con il guardrail e la macchina si cappotterà fino ad accartocciarsi.

E da lì, io non ho potuto più aprire gli occhi, sono rimasta dentro la macchina e ho capito immediatamente cosa era successo perché mi sentivo tutta la faccia aperta. Hai presente il telefono della doccia quando esce l’acqua? Avevo questi zampilli in orizzontale, sentivo questa sensazione e lì mi sono detta subito: ‘calmati, questa situazione va presa con calma’, perché se no sarei impazzita. Sentire la sensazione di avere la faccia aperta e tutto il sangue che usciva fuori è stato assurdo, surreale. Quindi mi hanno tirato fuori, mi hanno disteso. Lì c’è stato il delirio: le cartoline con il mio nome sparse per tutta l’autostrada. Era il 15 agosto, erano le 6.30, passava poca gente, poche macchine, ma si sono iniziate a fermare. E io sempre con gli occhi chiusi sentivo, non vedevo niente, ma sentivo le urla delle persone che mi hanno riconosciuta e gridavano “Paola Turci, Paola Turci”.

Miracolosamente, ne uscirà per lo più illesa, ma, per due anni, i vetri continueranno a fuoriuscirle dal volto tanto da definirsi “la vetraia”. A ciò seguirà un calvario infinito: 13 operazioni di cui, solo 12, all’occhio destro e una alla guancia, per un totale di 100 punti.

Segni evidenti che porta sul viso ancora oggi. Un’esperienza così forte, il dover far pace con il volto sfregiato, il non riconoscersi più allo specchio, porteranno Paola, da atea, ad avvicinarsi alla fede. Successivamente, seguirà un periodo di cecità, momento che la cantante riuscirà a superare grazie alla fede stessa.